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Ambientazione

Il film è interamente ambientato a Los Angeles,  nel novembre del 2019. Il pianeta Terra, a causa dell'inquinamento e  del sovraffollamento, è diventato invivibile. Chi può si trasferisce  nelle colonie extramondo, mentre sulla Terra rimangono coloro che sono  stati scartati, perché malati, alla visita medica preliminare al  trasferimento nello spazio (come J. F. Sebastian, affetto da  invecchiamento precoce), o coloro che non possono permettersi il  viaggio. La vita animale e vegetale è pressoché scomparsa: quasi tutti  gli animali in circolazione sono sintetici, ed è proibito uccidere  quelli veri sopravvissuti. La città di Los Angeles è perennemente avvolta dalla nebbia  prodotta dall'inquinamento, che offusca il Sole e produce una pioggia  continua. Le strade, rese luride dalla pioggia, sono piene di veicoli e  di persone di ogni etnia, anche se è nettamente predominante la  componente asiatica. In città si parla il Cityspeak, uno slang plurilinguistico e multietnico. I moderni grattacieli e le industrie sorgono accanto ai palazzi  più antichi, per lo più fatiscenti e adattati alle "nuove tecnologie"  facendo passare le tubazioni sulle facciate esterne. L'assenza totale  del bello contribuisce a trasmettere allo spettatore la sensazione di claustrofobia.

I replicanti

I replicanti sono androidi organici creati dalla Tyrell Corporation con avanzate tecniche di ingegneria genetica.  I replicanti protagonisti del film appartengono alla serie Nexus 6;  sono stati progettati per essere il più possibile simili agli umani (lo  slogan della Tyrell è più umano dell'umano), sono superiori  all'uomo in quanto a capacità fisiche e hanno un'intelligenza pari a  quella degli ingegneri genetici che li hanno creati. Gli ingegneri della  Tyrell ipotizzarono che i Nexus 6 potessero nel tempo sviluppare  emozioni proprie (rabbia, amore, paura, sospetto...) e li dotarono di  una vita limitata, della durata di circa 4 anni .  Per garantire una maggiore stabilità mentale ai replicanti erano  innestati artificialmente dei ricordi di infanzia, che ovviamente non  potevano mai aver vissuto. I replicanti erano impiegati principalmente nelle colonie  extramondo sia per svolgere i lavori più faticosi e pericolosi, sia come  "articolo di piacere" per i soldati di stanza nelle colonie militari.  In seguito a una rivolta, i replicanti furono banditi dalla Terra e fu  assegnato alla squadra speciale Blade Runner il compito di "ritirare" (vale a dire eliminare) i replicanti presenti sul pianeta. Per distinguere un replicante da un umano, il soggetto è  sottoposto a un test per la valutazione degli stati emotivi denominato  Voigt-Kampff. Esso consiste in un interrogatorio condotto con un oculare  puntato sull'occhio; il replicante, di fronte alle domande pensate per  suscitare una forte reazione emotiva, tradisce la sua natura con  improvvise dilatazioni e contrazioni della pupilla, essendo incapace di  controllare le emozioni a causa della mancanza delle esperienze di vita  vissuta che caratterizzano ogni essere umano. Per la riuscita del test,  inoltre, sono fondamentali i tempi di reazione delle risposte. Nello svolgimento della trama, alcuni indizi suggeriscono che  anche Deckard sia un replicante; tale interpretazione, molto dibattuta  tra i fan, fu confermata da Ridley Scott nel 2000, quando dichiarò che «anche Ford era un replicante» . Tra gli indizi più significativi c'è il sogno dell'unicorno: quando Gaff realizza un origami  con le fattezze dell'animale mitologico, dimostra di conoscere il sogno  che, di conseguenza, non può essere il prodotto della mente di Deckard,  ma il risultato di un innesto artificiale.

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Genesi dell'opera e sceneggiatura

 

L'industria del cinema si interessò all'adattamento del romanzo di Philip K. Dick Il cacciatore di androidi (Do Androids Dream of Electric Sheep?) già dal momento della sua pubblicazione nel 1968. Il regista Martin Scorsese era interessato a filmare un adattamento dell'opera, ma non ne acquisì mai i diritti . Il produttore Herb Jaffe  acquisì invece i diritti all'inizio degli anni 1970, ma la  sceneggiatura scritta da suo figlio Robert dispiacque fortemente a Dick: Nel 1977 seguì la sceneggiatura dell'attore Hampton Fancher . Egli scrisse una prima bozza per un film a basso budget, denominato Mechanismo. Lo script  prevedeva che il film fosse ricco di dialoghi, quasi interamente  ambientato in interni e che alla fine Rachael si suicidasse. A Dick non  piacque molto perché il suo romanzo veniva svuotato dei suoi più  profondi significati esistenziali e suggerì di introdurre una voce  narrante fuori campo . Fancher sottopose il suo lavoro al parere di Michael Deeley, il quale si interessò alla bozza e contattò Ridley Scott come possibile regista. Scott inizialmente rifiutò la proposta perché impegnato con la pre-produzione di Dune  ma, esasperato dalla lentezza del progetto e desideroso di lavorare ad  una produzione più dinamica per distrarre la mente dalla recente  scomparsa del fratello maggiore, si svincolò dall'impegno precedente .

BLADE RUNNER 1982

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