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INTERROGATIVI

Come  nella tradizione del “prodotto Lindelof“, nulla si conclude a ciclo  unico ed ecco arrivare l’inevitabile collegamento nel finale di  Prometheus ad un sequel, già impostato ma non ancora in fase di  produzione. Questo  cosa comporta? Quali domande potrebbero avere risposta nel prossimo film, e quali quesiti rischiano di rimanere irrisolti? Ci sono tanti  collegamenti alla saga di Alien? Cosa mi posso essere perso? Ecco  la nostra analisi completa in 10 tappe che ha lo scopo di fornire  “soccorso” a chi è uscito dalla sala con più dubbi rispetto  all’ingresso, ma anche di svelare curiosità su uno dei progetti più  ambiziosi degli ultimi anni.

1) Ridley Scott inizialmente NON doveva dirigere il film: la Prometheus Novela!

 

Nel  2009 la Fox annuncia l’intenzione di portare in sala il prequel della  saga di Alien, ovviamente con la benedizione e la produzione di Ridley  Scott e del compianto fratello Tony. Ridley NON doveva inizialmente  dirigere il progetto, e si parlava di Carl Rinsch per la regia. Gli  Scott spinsero fortemente la candidatura di Rinsch, tra l’altro  fidanzato della figlia di Ridley, ma lo studio riuscì a convincere il  regista ad accettare il progetto nel luglio 2009. L’opera prima di  Rinsch sarà in seguito 47 Ronin, atteso kolossal con Keanu Reeves la cui  data di uscita è stata rinviata circa 200 volte per problemi di varia  natura (sinceramente tiriamo un sospiro di sollievo che se ne sia  occupato Scott personalmente).

 

La prima sceneggiatura viene scritta da Jon Spaihts, ma  quasi un anno dopo (luglio 2010) ecco spuntare il nome di Damon  Lindelof per una parziale riscrittura. Casualmente dopo poco si inizia a  parla DEI PREQUEL di Alien, al plurale, prima delle furbate targate  Lindelof in arrivo. Nel gennaio 2011 l’annuncio shock: vietato  pronunciare la frase “prequel di Alien“, perché il film cambia titolo e  diventa Prometheus.

 

Si torna a parlare di un film singolo (almeno sulla carta), e Ridley Scott dichiarò in quel contesto:

 

“Anche  se Alien è stato effettivamente il punto di partenza del progetto, dal  processo creativo è emersa una nuova e grandiosa mitologia e un universo  in cui si ambienta questa storia originale. I fan attenti  riconosceranno filamenti del DNA di Alien, ma le idee che toccheremo in  questo film sono uniche, grandi e provocative. Non potrei essere più  contento di aver trovato la storia che stavo cercando, e poter tornare  finalmente a questo genere così vicino al mio cuore”.

 

2) Prometheus è il prequel del prequel di Alien

 

Nonostante  il plurale viene abbandonato, così come il collegamento diretto e  ufficiale con la saga visto che nelle sinossi la parola Alien non viene  mai citata (si tratta del primo caso di kolossal AUTOPROMOSSO dai fan di  una saga, idea completamente geniale per quanto diabolica), è chiaro  dopo la visione del film che il progetto dei due film è rimasto intatto.

 

Prometheus  è il prequel di un’ulteriore pellicola ponte che si posizionerà  effettivamente prima del primo Alien. Un prequel del prequel. Scott ha  ripetuto più volte che il collegamento diretto in Prometheus ci sarebbe  stato soprattutto negli ultimi secondi, ed in effetti lo  pseudo-Xenomorfo che si vede nel finale uscire dal torace dell’Ingegnere  (che NON è ancora lo Xenomorfo di Alien) è presente all’appello.

 

Sono  però tantissimi i riferimenti alla saga, dalla presenza della Weyland  Industries, ai nomi dei pianeta fino al sedile dello Space Jockey:  cercheremo di analizzarli singolarmente nell’articolo. Attenzione: la  Fox non ha ancora dato il via libero ufficiale alla pellicola, luce  verde che attendiamo nei prossimi mesi.

3) Quanti anni prima è ambientato Prometheus rispetto ad Alien?

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Nel  2089 la Dott.ssa Shaw trova insieme al compagno Halloway la pittura  rupestre che li aiuterà a convincere Peter Weyland a dare il via libera  alla missione Prometheus. Dopo due anni la navicella parte dal pianeta  Terra, e nel dicembre 2093 atterra a destinazione. Il primo Alien e le  vicende di Ripley (Sigourney Weaver) sono ambientate nel 2122, quindi 29  anni prima dei terribili avvenimento del primo film. Speriamo basti un  unico sequel per fare da collegamento!

 

Ecco le date delle altre pellicole: Aliens (2179), Alien³ (2179) e Alien: La Clonazione (2379).

 

4) Il prologo e il sacrificio del primo Ingegnere potrebbe NON essere ambientato sulla Terra


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Molti  detrattori della pellicola hanno comunque subito il fascino del  bellissimo prologo iniziale, una sequenza di grande impatto cullata da  uno splendido tema sonoro, che si conclude con il sacrifico  dell’Ingegnere. Dalla sua scomposizione molecolare, in seguito alla  sorsata del misterioso liquido bevuto, Ridley Scott fa capire che la  vita organica prende forma in quel determinato mondo.

 

Tutti  abbiamo pensato che si potesse trattare del pianeta Terra, ma il  regista ha una visione ancora più ampia del prologo. Ecco le sue parole:

 

All’inizio  del film c’è una sequenza che parla della creazione. È una donazione,  nel senso che il peso e la costruzione del DNA di queste creature è al  di là di quello che possiamo immaginare. Non è necessario che sia  ambientata sulla Terra, potrebbe trattarsi di un luogo qualsiasi.  Potrebbe essere un qualsiasi pianeta. Quello che sta facendo è  comportarsi come un giardiniere nello spazio. E per impiantare la vita,  deve disintegrare se stesso. Se fai una comparazione tra quella idea con  altri elementi sacrificali nella storia – che sono chiaramente  illustrati con i Maya e gli Incas – avrebbe vissuto per un anno come un  principe, e alla fine di quell’anno, sarebbe stato preso e donato agli  dei nella speranza di migliorare ciò che potrebbe accadere il prossimo  anno, che sia il raccolto o il meteo, eccetera.”

5) Gli Ingegneri sono interpretati da attori in carne ed ossa, tre in tutto.

 

Sono  il primo ad aver creduto per mesi che gli Ingegneri fossero stati  realizzati in CGI. Niente di più sbagliato, e così come gli enormi set  sono stati realmente costruiti (il realismo è infatti eccezionale), gli  alieni sono stati interpretati da tre attori.

 

Il  primo, quello della cascata, è Daniel James, un attore-modello che  Scott stesso avrebbe voluto uccidere con le sue mani visto che a pochi  giorni dall’uscita se ne era uscito tranquillamente con tutta la  descrizione del prologo e della sua parte (non sappiamo se  effettivamente sia ancora vivo…)

 

Prima  di scomparire nel nulla, proprio come nel prologo, l’attore rivelato  che gli ci sono volute dieci ore per indossare il “costume”, formato da  27 pezzi in silicone, incollati direttamente sul suo corpo.

Il  secondo Ingegnere, detto “il fantasma”, è stato interpretato da John  Lebar, mentre il terzo ruolo, quello più rilevante, è stato ricoperto da  Ian Whyte. L’attore si è non solo dovuto risvegliare dal criosonno, ma  anche staccare la testa a Fassbender, uccidere tutti gli altri e  inseguire la Rapace fino ad essere ucciso dal mega-facehugger.

 

6) Cosa dice esattamente l’androide David all’Ingegnere nella scena finale?

 

Durante  i due anni e mezzo di viaggio della Prometheus, David (Michael  Fassbender) sta imparando le basi del linguaggio per essere pronto a comunicare con i creatori nel momento in cui li avessero trovati. Lo  vediamo ricevere una lezione di indoeuropeo, una protolingua che  costituisce l’origine comune di tutte le lingue indoeuropee, risalente a  7000 anni fa.

 

Un  professore olografico gli fa recitare la favola “La pecora e i  cavalli”, scritta nella lingua indoeuropea nel 1968 dal linguista August  Schleicher. Fassbender ha trascorso 17 ore per imparare a memoria il  brano, ma alla fine Scott gli ha fatto recitare solo la prima frase nel  film. Il professore olografico è in realtà il dottor Anil Biltoo del  centro linguistico SOAS, un vero linguistica, che ha aiutato Fassbender a  recitare il dialogo.

 

L’uomo  ha rivelato la traduzione della frase, svelando che Scott ha girato una  versione più lunga di questa scena, in cui David e l’Ingegnere discutono (Final’s Cut in arrivo?).

 

Ecco la frase che fa infuriare l’Ingegnere:

 

/ida hmanÉ™m aɪ kja namá¹›tuh zdÉ›:taha/…/ghʷɪvah-pjorn-ɪttham sas da:tá¹› kredah/ - Tradotto: “Questo uomo (Peter Weyland) è qui perché non vuole morire. Crede che tu possa dargli altra vita.

 

7) Il pazzo collegamento che in teoria Ridley Scott aveva in mente: Gesù Cristo era un Ingegnere!

 

Qualche  tempo fa si era parlato di un possibile taglio ancor più religioso  della pellicola. L’argomento fede-Dio viene solo sfiorato, grazie alle  credenze della Dott.ssa Shaw e a dialoghi con David, ma Scott e gli  sceneggiatori hanno avuto ben altro in mente. Volevano affermare che  Gesù Cristo era uno degli Ingegneri, e la sua crocifissione li ha fatto  infuriare. Per questo stavano allestendo la navicella con un vero e  proprio arsenale biologico pronto a distruggere lo stesso pianeta al  quale avevano donato la vita.

 

Ce lo conferma lo stesso Scott con alcune parole:

 

“Lo  abbiamo fatto, e poi abbiamo pensato che fosse un po’ troppo perfetto.  Ma se guardiamo a uno scenario in cui ‘i nostri figli si stanno  comportato male laggiù’, ci sono momenti in cui sembra che siamo andati  fuori controllo: stiamo parlando dell’impero romano. E hanno regnato per  un lungo periodo. Possono aver pensato “Mandiamo giù un altro dei  nostri emissari per vedere se riesce a fermarlo. Indovinate un po’? Lo  hanno crocifisso! Ho sempre immaginato che gli Ingegneri fossero delle  creature simili a Dio, che però vedi che non sono così buone, e non sono  nemmeno Dio. Fin dall’inizio ho lavorato con la premessa che avrei  fatto un seguito. Non volevo incontrare Dio nel primo. Volevo lasciar  dire alla Dott.ssa Shaw ‘Non voglio tornare indietro da dove sono  venuta. Voglio andare dove sono venuti loro’”.

 

Sarà  stato Scott o Damon Lindelof a proporre la folle idea? Il regista aveva  davvero in mente di realizzare due pellicole? Non lo sapremo mai, ma quello che è certo è che il secondo film dovrebbe rispondere ad alcuni  quesiti e sapremo effettivamente perché gli Ingegneri volevano inviare  una navicella carica di morte, questo prima che un incidente li  distruggesse con la loro stessa arma.

8) Chi sono realmente gli Ingegneri, cosa hanno progettato e come si collegano allo Space Jockey di Alien?

 

Gli  Ingegneri non sono quindi Dei, ma rappresentanti di una razza aliena  molto evoluta, che vive su un pianeta sconosciuto del quale non sappiamo effettivamente la collocazione. Non sappiamo da quanti individui sia  effettivamente costituita la loro razza, e nemmeno perché hanno creato  la vita su altri pianeti: ci penserà la Dott.ssa Shaw a rispondere  (speriamo) a questi quesiti nella prossima pellicola.

 

Quello  che si capisce dalla pellicola è che gli Ingegneri hanno creato un  particolare liquido nero, dal potenziale mutante incredibile e particolarmente rapido. Basta l’ingresso degli esploratori nella stiva  dell’astronave per farlo fuoriuscire (probabilmente a causa del cambio  di pressione e atmosfera). Alcuni piccoli vermi, che vediamo calpestati  in una sequenza, vengono a contatto con il liquido e si trasformano  prima in quella specie di cobra che assalta il biologo interpretato Rafe  Spall.

 

David  contagia volontariamente il dott.Holloway (a scopo accademico?)  direttamente con il liquido nero, che provoca una sua mutazione di  qualche tipo (non solo il vermetto nell’occhio, ma certamente una  mutazione sistemica). Tramite un rapporto sessuale con la Dott.ssa Shaw,  riesce a trasferire in lei un potenziale mutante. Nel giro di poche ore  nell’addome della donna si sviluppa una creatura, che lei riesce a  rimuovere con l’intervento di chirurgia automatico. La Shaw crede di  aver ucciso quella specie di “calamaro” uscito dal suo corpo, ma verso  il finale scopriamo che è cresciuto di dimensioni fino a superare i due  metri di altezza. Il “calamaro” si comporta in realtà come un  mega-facehugger (parassita che nel primo Alien da il calcio di inizio  alle terribili avventure della Nostromo) e lo vediamo attaccare  l’Ingegnere, abbracciandogli il volto (da qui il termine Face-Hugger).  Grazie a questa modalità riesce a veicolare nel suo interno una nuova  creatura, che è il precursore dello storico Xenomorfo di Alien.

 

Quindi  gli Ingegneri non hanno creato volontariamente gli Xenomorfi della saga  di Alien, che sono quindi un incidente di percorso dei quali sono rimasti loro stessi vittima (e buona parte della responsabilità è di  David!).

Capitolo  Space Jockey. Per chi non lo sapesse, con Space Jockey (termine mai  pronunciato nella saga) si è sempre inteso l’alieno del primo film che  viene scoperto dai tre astronauti nell’astronave: ritrovavano un enorme  scheletro di un grande essere extraterrestre con un grosso squarcio nel  petto. Nella stessa nave troveranno anche le uova, dalle quali uscirà il  primo facehugger che attacca Kane (John Hurt). All’uomo, dopo qualche  ora, una creatura squarcerà il petto proprio come allo Space Jockey: lo  Xenomorfo. Grazie  a Prometheus comprendiamo che lo Space Jockey è in realtà un Ingegnere  con addosso la sua tuta spaziale, con tanto di casco simil-esoscheletro.  

Possiamo vederlo in cabina di pilotaggio e salire sullo stesso sedile  visto nel primo Alien (una scena davvero iconica ed emozionante), ma  allo stesso tempo capiamo che quello NON è lo Space Jockey di Alien  (l’originale nell’immagine qui sotto). Infatti dopo la caduta  dell’astronave finirà per cercare la Shaw finendo per essere vittima del  mega-facehugger.

 

Questo anche perché…

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9) …La navicella è la stessa di Alien, ma non è proprio la stessa!

 

Il  pianeta dove è ambientato parzialmente il primo Alien e interamente  Aliens – Scontro Finale è denominato LV-426. La luna dove è ambientata Prometheus è la LV-233, un corpo celeste che probabilmente fa parte dello stesso sistema stellare. Questo  significa che la navicella schiantata che vediamo in Alien non è la  stessa che il capitano Janek riesce a distruggere e a far precipitare  alla fine di Prometheus, nonostante siano atterrate in posizioni simili.  Non dovrebbe essere nemmeno quella che la Dott.ssa Shaw e David stanno  pilotando nel finale, e purtroppo non possiamo che aspettare il secondo  film per saperne di più.

​Ecco in ogni caso il confronto visivo dei fotogrammi di Alien e Prometheus:

10) Lo Xenomorfo finale non è lo Xenomorfo di Alien

 

​Mancano  ancora 29 anni ad Alien, e non sappiamo ancora cosa è avvenuto in  questo lasso di tempo. Quali nuove mutazioni possono essere avvenute, e  come si può essere evoluta la mostruosa razza aliena? Alla  fine di Prometheus vediamo un proto-Xenomorfo squarciare il petto dell’Ingegnere. Come potete vedere NON si tratta dello Xenomorfo di  Alien,facendo un rapido confronto visivo:

Ed ecco lo Xenomorfo di Alien:

PROMETHEUS

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